Lobiettivo della ricerca è
duplice.
 Per la prima volta si vogliono esplorare le possibilità del Radar ad
Apertura Sintetica (SAR) di rilevare dati utili per la gestione e pianificazione di zone urbane. |
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Si vuole analizzare la morfostruttura
di alcuni territori di cui sono disponibili misure di verità a terra. |
Aree urbane
Come funzioni un Radar ad Apertura Sintetica è
noto agli specialisti del settore. Per coloro che per la prima volta si avvicinano a
questo sensore per il Telerilevamento, il funzionamento del SAR può essere così
schematicamente spiegato:
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il SAR è un radar che trasmette un segnale
elettromagnetico; questo segnale si propaga dal satellite su cui il sensore è posto fino
alla zona in osservazione sulla Terra; il segnale, come un'onda marina che incontri una
scogliera, viene riflesso dalla zona osservata sulla Terra ed una parte del segnale
riflesso torna proprio verso il sensore che lo ha trasmesso. |
E' intuitivo pensare che il
segnale che torna al sensore conservi traccia, abbia cioè caratteristiche dipendenti
dalla configurazione della zona sulla Terra osservata. Perciò ricevendo il segnale di
ritorno al sensore ed opportunamente elaborandolo si riescono infatti ad ottenere delle
immagini delle scene osservate che possono essere viste come delle "fotografie"
a microonde.
Alcuni siti WEB nel mondo sono ricchi di queste
fotografie a microonde (NASA, ESA) che mostrano come questo sensore riesca a fornire
immagini che mostrano aspetti complementari con le immagini ottiche, ma con risoluzioni
molto più interessanti (si possono vedere in proposito le immagini ottiche del sensore Ikonos).
In queste immagini si riconoscono facilmente
mari, laghi, fiumi, strade; con più fatica si riescono a riconoscere le montagne con la
loro forma; si riconoscono anche i centri abitati, che appaiono molto luminosi, ma
l'identificazione dei singoli edifici è assai difficile.

Lo schema precedente ci aiuta a capire perchè :
nel caso degli edifici il segnale viene riflesso per due volte. La prima, ad esempio,
dalle pareti laterali di ciascun edificio che sono lisce e che rifletteranno il segnale,
come uno specchio con un raggio luminoso, verso terra; la seconda riflessione avviene a
terra dove, se la pavimentazione è sufficientemente liscia, avviene una seconda
riflessione che indirizza quasi tutto il segnale indietro verso il sensore. La doppia riflessione ha quindi il potere di concentrare il segnale
quasi tutto nella direzione da cui è stato trasmesso, e questo spiega perchè le zone
urbane appaiono molto luminose sulle immagini SAR. Al contempo il segnale ricevuto
conserva tracce, purtroppo sovrapposte, dell'edificio e della pavimentazione circostante.
Così come se un fotogramma fosse stato esposto due volte su due differenti soggetti, non
è facile separare questi due contributi e ricostruire anche una sola delle due immagini
originarie.
Lo studio che il gruppo propone vuole proprio
cercare di studiare questi effetti di riflessione, cercare di capire le origini dei
contributi che si sovrappongono e individuare tecniche che permettano di realizzare
immagini a microonde di aree urbane più comprensibili.
Il gruppo è così organizzato: le università di
Napoli e di Firenze
studiano i meccanismi di interazione fra i segnali SAR e le aree urbane, creano modelli
teorici e realizzano simulazioni del tipo di immagini di una città che bisogna attendersi
da X-SAR/SRTM; l'Università di Pavia usa i modelli
proposti e cerca di estrarre le informazioni sulle zone edficate lavorando sui dati
realmente acquisiti da X-SAR/SRTM.
Per chi vuol approfondire
La ricerca nel campo del telerilevamento sarà
condotta dalle Università di Napoli, di Firenze e di Pavia. Sarà progettato un modello
del segnale elettromagnetico diffratto dagli edifici e sarà inserito in un simulatore del
segnale RAW.
I risultati della simulazione saranno usati per
definire le informazioni che si possono estrarre dalle immagini SAR e dagli
interferogrammi di aree urbane. Si potrà verificare lidentificazione di costruzioni
in aree urbane ed inoltre si potrà valutare la qualità dei DEMs in zone edificate.
LUniversità di Pavia avrà a disposizione
modelli di scattering diretto che utilizzerà per addestrare reti neurali specializzate
nellinversione del campo diffratto. Infatti, saranno progettati tools
automatici e semi-automatici per linversione di misurazioni interferometriche su
aree urbane. Questo per la validazione dei dati X-SAR/SRTM su ambienti densamente
edificati, tenendo conto dei materiali, della forma e della densità degli edifici e per
ricavare dai dati stessi il maggior numero possibile di informazioni su ambienti complessi
e affollati come le città.
Per questo scopo si useranno tools di reti
neurali specializzate nellinversione del campo diffratto e si svilupperanno
strumenti per linterpretazione dellimmagine, sfruttando la correlazione delle
misurazioni dei radar per lindividuazione di strutture come edifici e strade. Ci si
baserà sui dati della precedente esperienza del gruppo di Pavia in questo campo.
Larea test dovrebbe essere proprio la città di Pavia della quale si dispone già
della cartografia tridimensionale.
Morfologia
Quali informazioni morfologiche è possibile
ottenere dai dati di X-SAR/SRTM?
Tre saranno le aree geologiche di particolare
rilevanza che verranno analizzate:
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LEtiopia del nord,
una delle zone con maggior degradazione del territorio dovuto ad elementi naturali
e allinsediamento delluomo;
La zona che va da Scutari
(Albania) alla zona Est del Peloponneso (Grecia)
per la ricerca del petrolio;
Il Vesuvio,
zona ad alto rischio vulcanico
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Su ciascuna di queste aree saranno
rilevati dati geologici in corrispondenza del passaggio di X-SAR/SRTM per verificare quali
sono riconoscibili sulle immagini SAR. |