Esperimenti italiani

Studio di eventi marini ed atmosferici sul
Mar Mediterraneo tramite il SAR

ghiacciaio
Courtesy of NASA/JPL

Dipartimento di Scienze e Tecnologie avanzate, Università del Piemonte Orientale, Amedeo Avogadro
coordinatore del gruppo di ricerca Prof. Paolo Trivero
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Il mare visto dal SAR

Nell’ultimo quarto di secolo la meteorologia e l’oceanografia si sono avvalse di dati di telerilevamento a microonde da aerei e da satelliti. Come è noto la fortuna dell'impiego del Radar ad Apertura Sintetica (SAR) è dovuta alla possibilità di operare di giorno e di notte e in ogni condizione meteorologica con elevata risoluzione spaziale. Il Mar Mediterraneo, circondato da isole e coste frastagliate, ha potuto avvantaggiarsi di tale tecnica, in particolare per l'osservazione dei fenomeni marini e atmosferici a piccola scala (< 10 km) e per la rivelazione e quantificazione di inquinanti di superficie.

Poiché il SAR invia un fascio radar con angolo di incidenza obliqua, si ha segnale di ritorno solo quando la superficie marina è ricca di onde gravito-capillari (lunghezze d'onda centimetriche) prodotte dal vento, che danno una retrodiffusione dell’energia sufficiente per produrre immagini.

 L’uso del SAR è particolarmente utile:

  1. per osservare e misurare l'ondosità e in generale i fenomeni marini che influenzano la rugosità superficiale del mare (correnti, vortici, onde interne, ecc.);
  2. per visualizzare le caratteristiche spaziali dello strato limite dell'atmosfera sulla superficie del mare;
  3. per l'estrazione del campo di vento sul mare ad alta risoluzione spaziale;
  4. per la rivelazione di versamenti dolosi o accidentali di petrolio greggio in acqua.

 Data la complessità dei fenomeni che accadono sulla superficie del mare, la maggior parte di natura impulsiva ed intermittente, siamo ancora lontani dalla completa comprensione dei fenomeni connessi all'interazione aria-mare. Quindi l'utilizzo oggi possibile delle immagini del SAR sul mare non può essere separato dalla conoscenza dei meccanismi che influenzano le immagini stesse. Occorre destinare ancora risorse alla ricerca scientifica su questo settore.

Il nostro progetto

Il presente progetto è composto di due aspetti separati ma complementari.

  1.  ricerca di base sui meccanismi fisici che influenzano l’eco radar
  2. applicazione delle immagini SAR a problemi meteorologici ed oceanografici quali:
    1. meteorologia costiera (studio degli effetti orografici sul vento);
    2. fenomeni atmosferici di trasporto verticale turbolento o convettivo;
    3. studio delle proprietà direzionali del moto ondoso.
    4. inquinamento.

Per raggiungere gli scopi sopra elencati è necessario compiere un esperimento in mare aperto durante la missione SRTM.

BarbaraC

Piattaforma petrolifera dell'AGIP "Barbara C" posizionata su un fondale
di circa 100 m.nell'Adriatico centrale al largo di Ancona

L’esperimento di interazione aria-mare-onde e.m. sarà effettuato a bordo della piattaforma dell’AGIP "Barbara C" nel mare Adriatico, ove saranno installati radar scattereometrici operanti alle bande S, L, C  e Ku, anemometri triassiali ultrasonici e Sodar Doppler phased array.

LSC

Scatterometro coerente, impulsivo operante
in banda L, S e C mod. ITS-600,
appositamente progettato per misure
del backscattering sul mare

KU

Scatterometro coerente, impulsivo operante
in banda Ku mod. ITS-800,
appositamente progettato per misure
del backscattering sul mare

Durante la missione dello Shuttle, saranno contemporaneamente misurati il backscatter radar da satellite e da piattaforma, la direzione del vento, lo stress del vento e le temperature del mare e dell’aria.I dati ottenuti forniranno serie temporali di eco radar, di frequenza Doppler del radar, di vento, di wind stress e di flussi di calore. Dalla frequenza Doppler del radar si otterranno gli spettri di frequenza delle onde che saranno confrontati con quelli ottenuti dalle immagini del SAR. Saranno, inoltre, raccolti le proprietà direzionali del moto ondoso al largo di Lampedusa per studiare le proprietà delle funzioni di trasferimento che modulano l'eco radar del SAR in funzione della polarizzazione e della frequenza.

SAR

Dettaglio di immagine SAR in banda C.
Si tratta di 1024 x 1024 byte con interpixel di circa 4.3 m.
L'intensità di bianco è proporzionale alla "Radar Cross Section".
Al centro è ripresa la piattaforma Acqua Alta (zona chiara);

le due macchie scure sono slick artificiali (versamento di due litri di alcool oleico).

tempo

Esempio di serie temporali ottenute da misure da piattaforma
In alto: serie temporale di radar backscattering in banda C.
In mezzo: frequenza Doppler radar.
In basso: velocità del vento. (ISDGM-CNR)

Secondo le condizioni ambientali che si verificheranno durante l’esperimento, si studieranno le seguenti tematiche

  1. struttura spaziale dei sistemi atmosferici convettivi sul mare (risoluzione > 25m);
  2. struttura spaziale del wind stress in qualsiasi regime di vento (risoluzione > 25 m);
  3. proprietà spaziali del vento derivate da misurazioni SAR con circa 1 km di risoluzione: il campo di vorticità atmosferico e i campi di velocità verticale atmosferica (Ekman pumping);
  4. validazione di modelli elettromagnetici e statistici atti a descrivere l’eco radar della superficie del mare;
  5. influenza dell’età dell’onda sul wind stress e sull’eco radar, in acque più o meno profonde;
  6. ricostruzione dello spettro bidimensionale del mare tramite dati SAR utilizzando tecniche di inversione implementate dai nostri teams di ricerca.

In relazione a quest'ultimo punto si è interessati al problema del "retrieval" di spettri di onde mediante il metodo dei cross-spectra applicato alle immagini in banda X. La differente lunghezza d'onda utilizzata per l'acquisizione dell'immagine e la differente geometria di acquisizione del sensore sono, infatti, parametri da tenere in considerazione quando si analizza un'immagine SAR. È dunque importante capire come il metodo dei cross-spectra è legato a questi parametri e come i parametri ambientali, primi fra tutti la velocità e la direzione del vento, influenzano la risposta radar.

SAR ERS2
Figura 1: Immagine SAR ERS-2 acquisita il 13 novembre 1997 sul canale di Sicilia su un'area attorno all'isola di Lampedusa. Dall'immagine sono state selezionate due sequenze di finestre da utilizzarsi per le successive elaborazioni.

In previsione della missione SRTM, è stata messa a punto una procedura per effettuare un confronto fra i risultati ottenuti con un metodo classico di inversione (Hasselmann & Hasselmann) e quelli ottenuti con il metodo dei cross-spectra.

fig. 2

Figura 2: Altezza dell'onda per un'area di 2x2 gradi attorno all'isola di Lampedusa. Questo dataset, ricavato dall'ECMWF come output di un modello d'onda (WAM), è il primo dei tre parametri utilizzati per la procedura di inversione.

fig. 3

Figura 3: Andamento della velocità del vento il 13 novembre 1997 (la direzione rimase pressochè costante compresa in un intervallo fra 300° e 310°). I dati sono forniti dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica e costituiscono il secondo parametro di input per la procedura di inversione.

Tale procedura utilizza, come dati di input, dataset dei tipi riportati in figura 2, 3 e 4 e, testata sull'immagine in figura 1, ha permesso di ottenere risultati (figura 5a, 5b, 5c) che mostrano un buon accordo tra il risultato ottenuto con il metodo di HH, che necessita di un "first-guess spectrum" per l'inizializzazione, e quello ottenuto con il metodo dei cross-spectra che, viceversa, non necessita di alcuna informazione supplementare. In entrambi i casi risulta che, contrariamente allo spettro WAM, l'energia del picco è tale da mascherare la distribuzione del sistema di vento. Questo potrebbe essere dovuto ad un diverso valore, rispetto a quello teorico, da attribuire alla funzione di trasferimento RAR in relazione alla velocità del vento. Lo studio della relazione tra MTF RAR e velocità e direzione del vento sarà uno degli obiettivi da perseguire con i dati rilevati in situ. Infine, si può notare che il sistema di swell non è presente nello spettro del mare recuperato. Il motivo potrebbe essere dovuto al fatto che l'altezza significativa (circa 0.4 m nello spettro WAM) risulta troppo bassa e quindi non rilevabile dal SAR a bordo dell'ERS2.

fig. 4

Figura 4: Spettro delle onde per il nodo a 35.75 N e 12.5 E (leggermente a ovest dell'isola di Lampedusa) che include sia un sistema di wind sea, sia uno di swell che si muove in direzione SW. Questo dataset, ricavato dall'ECMWF come output di un modello d'onda (WAM), è utilizzato come terzo parametro di input per la procedura di inversione.

fig. 5a

Figura 5a: Spettro SAR osservato.

fig. 5b

Figura 5b: Spettro ottenuto con il metodo di inversione di HH.

fig. 5c

Figura 5c: Spettro ottenuto con il metodo dei cross-spectra.

E' inoltre prevista un'attività mirata alla verifica di modelli per la descrizione dello scattering elettromagnetico dalla superficie marina. A tal fine risultano di fondamentale importanza i dati di verita' in situ, acquisiti contemporaneamente ai dati SAR. I modelli elettromagnetici verranno utilizzati per la messa a punto, la verifica e l'interpretazione dei risultati ottenuti mediante algoritmi di inversione, per il recupero dello spettro marino da quello dell'immagine SAR.

E' prevista la raccolta di dati satellitari utili a caratterizzare lo stato dell'atmosfera, con particolare riferimento alla temperatura, al contenuto di vapor d'acqua e acqua liquida, alla presenza e alle caratteristiche dei sistemi nuvolosi ed, eventualmente, all'intensità di precipitazione alla superficie. Si prenderanno in considerazione i dati Meteosat (radiometro visibile e infrarosso, risoluzione circa 2 km), DMSP-SSM/I (radiometro a microonde a 7 canali nell'intervallo 19-85 GHz, risoluzione di circa 15 chilometri alla frequenza di 85 GHz), DMSP-SSM/T (radiometro a microonde operante nella banda dell'ossigeno). E' prevista l'analisi dei dati dei radiometri per la generazione di prodotti sullo stato dell'atmosfera utilizzando i dati a mare (vento, temperatura della superficie, onde) per la modellizzazione dell'effetto della superficie sul segnale radiometrico.

Bibliografia